Associazione Salesiani Cooperatori
STATUTO
Proemio
Il presente testo ne descrive il Progetto di Vita Apostolica. Offre un autentico cammino di santificazione «per esercitare la carità nel lavorare per la salvezza delle anime». I Salesiani Cooperatori e le Salesiane Cooperatrici confidano nella fedeltà di Dio Padre, che li ha chiamati.
1Cf. Mons. Magnasco, Decreto del 15.12.1877 e Rescritto del 22.12.1877, MB XIII, 604.
CAPITOLO I (artt. 1...6)
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto duraturo» (Gv 15,16).
Il SALESIANO COOPERATORE E LA SALESIANA COOPERATRICE NELLA FAMIGLIA SALESIANA E NEL MONDO
Lo Spirito Santo formò in San Giovanni Bosco un cuore di padre e di maestro, capace di dedizione totale, ispirandogli un metodo educativo permeato dalla carità del Buon Pastore.
b) sentirsi chiamati ed inviati ad una missione concreta: contribuire alla salvezza della gioventù, impegnandosi nella stessa missione giovanile e popolare di Don Bosco3.
§3. I Salesiani Cooperatori vescovi, sacerdoti o diaconi secolari attuano il proprio ministero ispirandosi alla carità pastorale di Don Bosco, modello di vita sacerdotale che privilegia l’impegno per i giovani e gli ambienti popolari4.
I membri collaborano attivamente alla sua missione, in nome della Chiesa, sotto l’autorità del Rettor Maggiore, quale Successore di Don Bosco, in spirito di fedeltà ai Pastori e in collaborazione con le altre forze ecclesiali.
§3. L’Associazione dei Salesiani Cooperatori gode di personalità giuridica ecclesiastica pubblica6. Ha la sua sede centrale in Roma.
L’Associazione apporta alla Famiglia Salesiana i valori specifici della sua condizione secolare, nel rispetto dell’identità e autonomia proprie di ogni gruppo. Vive un particolare rapporto di comunione con la Società di San Francesco di Sales che, per volontà del Fondatore, ha nella Famiglia uno specifico ruolo di responsabilità.
I Salesiani Cooperatori vivono la loro fede nella propria realtà secolare. Ispirandosi al progetto apostolico di Don Bosco, sentono viva la comunione con gli altri membri della Famiglia Salesiana. S’impegnano nella stessa missione giovanile e popolare, in forma fraterna e associata. Operano per il bene della Chiesa e della società, in modo adatto alle esigenze educative del territorio ed alle loro proprie concrete possibilità8.
CAPITOLO II (artt. 7...12)
«Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,13-16).
IMPEGNO APOSTOLICO DEL SALESIANO COOPERATORE E DELLA SALESIANA COOPERATRICE
- una vita secondo lo Spirito come sorgente di gioia, di pace e di perdono;
- la libertà, in obbedienza al piano di Dio, apprezzando il valore e l’autonomia propri delle realtà secolari, impegnandosi ad orientarle soprattutto verso il servizio alle persone;
- la povertà evangelica, amministrando i beni che gli sono affidati con criteri di sobrietà e condivisione, alla luce del bene comune;
- la sessualità secondo una visione evangelica di castità, improntata alla delicatezza e ad una vita matrimoniale o celibe integra, gioiosa, centrata sull’amore;
- la misericordia, che apre il cuore a tutte le miserie materiali e morali e spinge ad operare con carità pastorale;
- la giustizia, per costruire un mondo più fraterno che riconosce e promuove i diritti di tutti, specialmente dei più deboli:
- la volontà decisa di essere costruttori di pace in un mondo agitato dalla violenza e dagli odi di classe.
Questa via d’amore per Dio e per gli altri è un cammino sicuro verso la santità.
§5. Sostengono l’attività missionaria della Chiesa e s’impegnano per l’educazione alla mondialità come apertura al dialogo tra le culture.
§4. S’impegnano ad aiutare i giovani a maturare una progettualità di vita per testimoniare la loro presenza cristiana e salesiana nella Chiesa e nella società.
§4. fanno appello alle risorse interiori della persona e credono nell’azione invisibile della grazia. Guardano ogni giovane con ottimismo realista, convinti del valore educativo dell’esperienza di fede. La loro relazione con i giovani è ispirata da un amore maturo e accogliente.
- la catechesi e la formazione cristiana;
- l’animazione di gruppi e movimenti giovanili e familiari;
- la collaborazione in Centri educativi e scolastici;
- il servizio sociale tra i poveri;
- l’impegno nella comunicazione sociale;
- la cooperazione nella pastorale vocazionale;
- il lavoro missionario;
- la collaborazione al dialogo ecumenico e interreligioso;
- la testimonianza della propria fede nel servizio socio-politico;
- lo sviluppo dell’Associazione.
§3. I Salesiani Cooperatori possono realizzare il loro impegno apostolico in opere autonomamente gestite dall’Associazione e mediante iniziative rispondenti ai bisogni più urgenti del territorio.
CAPITOLO III (artt. 13...20)
«Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi» (Fil 4,9).
LO SPIRITO SALESIANO DEL SALESIANO COOPERATORE E DELLA SALESIANA COOPERATRICE
Lo spirito salesiano è una tipica esperienza evangelica, che ha la sua sorgente nel cuore stesso di Cristo, che spinge al dono e al servizio quanti lo vivono. Si alimenta nell’impegno della carità apostolica, principio interiore dinamico che unifica la passione per Dio e la passione per il prossimo. Si esplicita in una spiritualità sacramentale, che si concretizza nel vivere con gioia e ottimismo il quotidiano e in un servizio responsabile nella comunità ecclesiale e nella società civile. Richiede un’esigente “metodologia ascetica” espressa da un volto sereno e gioioso come risposta alla sollecitazione di Don Bosco: «lavoro e temperanza».
§3. Il Salesiano Cooperatore si affida alla Vergine Immacolata e Ausiliatrice quale guida della sua vocazione apostolica: essere vero “cooperatore di Dio” nella realizzazione del Suo disegno di salvezza. Chiede a Maria, Ausiliatrice e Madre del Buon Pastore, l’aiuto e la forza necessaria per la salvezza propria e dei giovani. Il quotidiano affidamento a Maria caratterizza la spiritualità salesiana.
§2. Questa carità è per i Salesiani Cooperatori un dono di Dio, che li unisce a Lui e ai giovani. Ed è ispirata alla sollecitudine materna di Maria, che li sostiene nella loro testimonianza quotidiana.
§2. Di fronte alle sfide22 e difficoltà socioculturali assumono un atteggiamento critico e costruttivo. S’impegnano a diffondere nella società una cultura cristiana ed etica dell’accoglienza e della solidarietà.
I Salesiani Cooperatori vivono da “buoni cristiani e onesti cittadini”, santificano la loro esistenza nel quotidiano e radicano la loro azione nell’unione con Dio. Credono nel valore della vita, della gratuità, della fraternità e del farsi prossimo. Coltivano quegli atteggiamenti che favoriscono l’educazione alle gioie quotidiane e li comunicano agli altri.
I Salesiani Cooperatori, ispirandosi al Sistema Preventivo di Don Bosco, nelle loro relazioni praticano l’amorevolezza23 come segno dell’amore di Dio, e strumento per risvegliare la sua presenza nel cuore di quanti incontrano. Sono pronti a fare il primo passo e ad accogliere sempre gli altri con bontà, rispetto e pazienza. Tendono a suscitare rapporti di fiducia e amicizia per creare un clima di famiglia fatto di semplicità e affetto. Sono operatori di pace e cercano nel dialogo il chiarimento, il consenso e l’accordo.
§3. Rafforzano la loro vita interiore e apostolica con momenti di spiritualità, programmati anche dall’Associazione.
«Comportatevi i maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace» (Ef 4,1-3).
CAPITOLO IV (artt. 21...26)
SALESIANO COOPERATORE E SALESIANA COOPERATRICE IN COMUNIONE E COLLABORAZIONE
Promuovono la vita associativa, accogliendosi reciprocamente27.
§2. Con responsabilità e senso di appartenenza, ogni Salesiano Cooperatore sostiene l’autonomia economica dell’Associazione perché possa svolgere la sua missione28.
Sono aperti e promuovono ogni forma di collaborazione, in particolar modo con i gruppi laicali, nel rispetto dell’identità e dell’autonomia di ciascuno.
§3. I membri dell’Associazione nutrono verso il Rettor Maggiore sentimenti di sincero affetto e di fedeltà ai suoi orientamenti.
Ogni comunità salesiana (SDB e FMA), ispettoriale e locale, si sente coinvolta nel compito auspicato da Don Bosco di “sostenere e incrementare” l’Associazione, contribuire alla formazione dei suoi membri, far conoscere e promuovere il loro Progetto di Vita Apostolica34.
§3. Offrono un servizio di guida spirituale, educativa e pastorale per sostenere un apostolato più efficace dei Salesiani Cooperatori nel territorio35.
27Cf. RDB V, 7 e VII, 4-5.
28Cf. Carta d’ identità, 34-35.
29Cf. RDB I
30Cf. Ibid VI,1.
31Cf. Ibid., 64.
CAPITOLO V (artt. 27...32)
«Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio nostro Padre» (1 Tess 3,12-13).
APPARTENENZA E FORMAZIONE DEL SALESIANO COOPERATORE E DELLA SALESIANA COOPERATRICE
§3. L’appartenenza all’Associazione inizia con la Promessa Apostolica personale con la quale si esprime la volontà di vivere gli impegni battesimali alla luce del Progetto di Vita Apostolica.
§2. L’appartenenza necessita di segni concreti che si esprimono sia nella partecipazione attiva alla vita dell’Associazione sia nella presenza adeguata alla realtà di vita e di impegno professionale dell’associato.
§2. L’Associazione promuove e sostiene la formazione personale e di gruppo attraverso l’azione di Salesiani Cooperatori qualificati, Delegati e Delegate, ed altri membri della Famiglia Salesiana.
§2. Per consolidare il valore dell’appartenenza all’Associazione – e tramite questa alla Famiglia Salesiana – gli impegni associativi assunti con la Promessa Apostolica vanno rinnovati secondo le modalità più opportune stabilite dal Regolamento.
§2. La decisione di dimettere dall’Associazione uno dei suoi membri per gravi motivi, dovrà essere presa dal Consiglio Provinciale, su richiesta motivata del Consiglio Locale, in spirito di carità e di chiarezza, dopo aver verificato uno stile di vita non coerente con i doveri fondamentali espressi nel Progetto di Vita Apostolica. Questa decisione viene comunicata all’interessato per scritto.
- essere fedele discepolo di Cristo nella Chiesa cattolica;
- lavorare nel tuo Regno, specialmente per la promozione e la salvezza dei giovani;
- approfondire e testimoniare lo spirito salesiano;
- collaborare, in comunione di Famiglia, alle iniziative apostoliche della Chiesa locale. Donami, o Padre, la forza del tuo Spirito,
36La presente formula potrà essere adattata secondo le diverse situazioni, purché ne siano rispettati i contenuti. Quando si rinnova la Promessa si dice: “rinnovo la promessa di …”
CAPITOLO VI (artt. 33...40)
«Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola al servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio» (1 Pt 4,10).
ORGANIZZAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE
I Salesiani Cooperatori chiamati a vivere nella società e nella Chiesa la loro vocazione apostolica hanno un’adeguata struttura organizzativa. L’Associazione di cui fanno parte è lo strumento per vivere la missione e la comunione secondo questo Progetto di Vita Apostolica.
Con questa organizzazione assicura l’efficacia della sua azione sul territorio e l’apertura all’universalità della comunione e della missione.
L’Associazione, fatta salva l’autorità del Rettor Maggiore, rappresentato normalmente dal suo Vicario, o da un suo delegato, si affida per il proprio governo e per l’animazione ai Consigli Locali, Provinciali e Mondiale, che includono la presenza anche di membri religiosi nominati dagli Ispettori e dalle Ispettrici per i Consigli Locali e Provinciali, dal Rettor Maggiore per il Consiglio Mondiale. La rappresentanza legale dell’Associazione è affidata al Coordinatore del rispettivo Consiglio.
§3. Uomini e donne di buona volontà, anche di altra confessione, religione e cultura, simpatizzanti del carisma salesiano, possono condividere le iniziative del Centro Locale ed offrire la loro collaborazione come “Amici di Don Bosco”.
§5. Per animare l’Associazione, le Province, nel rispetto della loro autonomia di governo, sono organizzate in Regioni affini per lingua, cultura, territorio, con decisione del Rettor Maggiore, d’intesa con il Consiglio Mondiale. Gli Ispettori e le Ispettrici interessati di comune accordo nominano un Delegato regionale e una Delegata regionale.
- dal Coordinatore Mondiale nominato direttamente dal Rettor Maggiore;
- dal Delegato Mondiale SDB nominato dal Rettor Maggiore e dalla Delegata Mondiale FMA nominata dal Rettor Maggiore su proposta della Madre Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice;
- dai Consiglieri Mondiali eletti dai rispettivi Congressi Regionali;
- dal Consigliere Amministratore Mondiale e dal Consigliere Segretario Mondiale eletti – a scrutinio segreto – dai Consiglieri stessi.
§4. Le direttive del Consiglio Mondiale diventano esecutive con l’approvazione del Rettor Maggiore.
§3. I Consigli, tramite un Amministratore scelto al proprio interno, curano la gestione dei beni dell’Associazione. L’Amministratore inoltre predispone annualmente il rendiconto finanziario da presentare al Consiglio di livello superiore.
La modifica dovrà essere approvata successivamente dalla maggioranza assoluta dei partecipanti al Congresso Mondiale, dal Superiore dell’Associazione e dalla Sede Apostolica.
Conclusione (art. 41)
Il Signore accompagna con l’abbondanza della sua grazia tutti coloro che operano nello spirito del “da mihi animas cetera tolle”, facendo del bene alla gioventù ed ai ceti popolari40.
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Descrizione | Progetto di Vita Apostolica
Salesiani Cooperatori
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Categoria | Salesiani Cooperatori |
Versione | Edizione 2013 |
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Inserimento | 15 Dicembre 2013 |
Aggiornamento | 29 Novembre 2021 |
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