SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
E DEL PROSSIMO CAPITOLO GENERALE 28 DEI SALESIANI”
1. Gli Exallievi di Don Bosco, tra il Sinodo dei Vescovi con i giovani e il Capitolo Generale 28.
I giovani sono sempre stati al centro dei sogni e delle iniziative pastorali di Don Bosco. La Famiglia Salesiana ha fatto propria la missione di Don Bosco di essere accanto ai giovani consapevole che essi sono anche il sogno di Dio. È un sogno che continua nella Famiglia Salesiana. Come per Don Bosco, anche per i laici dei vari gruppi che si ispirano a lui c’è la scelta di essere mediazione di Dio che vuole la felicità dei giovani. Condotti da guide sagge all’incontro con Gesù, i giovani possono e sperimentare il suo amore e la gioia della fede cristiana. Gli Exallievi di Don Bosco sono degli adulti che da ragazzi e da giovani hanno fruito della missione educativa nelle varie opere guidate dai Salesiani e, opportunamente orientati e accompagnati entrano volentieri a far parte delle Unioni Locali. Esprimono così la riconoscenza verso Don Bosco e verso gli educatori avuti nel periodo della adolescenza e della giovinezza e continuano a condividere lo spirito e la missione di Don Bosco, oltre che nella propria sfera personale, anche nella forma associativa. Inseriti nella Famiglia Salesiana, vivono ispirandosi al metodo educativo di Don Bosco e partecipano alla missione che i figli di Don Bosco svolgono. Essi oggi rinnovano la scelta di stare con Don Bosco, con i giovani e la Chiesa, sostenuti da due eventi di straordinaria importanza. Uno è già trascorso: si tratta del Sinodo dei giovani le cui conclusioni sono raccolte nel Documento Finale e nella Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Cristo Vive”. L’altro è il prossimo Capitolo Generale 28 dei Salesiani che è stato ufficialmente convocato dal Rettor Maggiore Don Ángel Artime il 24 maggio 2018 e che sarà celebrato tra il 16 febbraio e il 4 Aprile 2020 a Torino Valdocco.
Gli Exallievi di Don Bosco dell’unione di Lecce, continuando a vivere la spiritualità salesiana che ha già caratterizzato il loro glorioso passato, in comunione con tutte le altre Unioni sono chiamati a prendere ulteriore coscienza di due preziose sensibilità proposte, rispettivamente, dai due eventi ecclesiali del Sinodo e del Capitolo Generale 28. Si tratta di due aspirazioni pastorali di primaria importanza: la sinodalità come stile di vita della comunità cristiana ce la raccomanda il recente Sinodo dei giovani e la rinnovata freschezza carismatica della scelta preferenziale dei giovani ce la sollecita il Capitolo Generale 28 dei Salesiani.
Si è Famiglia Salesiana, si è “salesiani”. Spesso gli Exallievi di Don Bosco si presentano e sono conosciuti come “salesiani”. Ciò vuol dire che la loro esperienza giovanile vissuta con Don Bosco, ora come Exallievi, diviene per loro missione ecclesiale: vogliono donare quanto hanno vissuto, soprattutto a favore dei giovani di oggi. E allora, quale deve essere il loro profilo?
- le priorità della missione, cioè discernere e “verificare se le opere e le attività dei Salesiani sono al servizio dei giovani poveri” (Reg. SDB, 1), attente alle loro preoccupazioni, ai loro problemi come la mancanza del lavoro, le sfide dell’universo digitale, i diritti umani, l’ecologia;
- il profilo del salesiano, con la necessità di un riferimento più esplicito a Don Bosco, alla fraternità nella Famiglia Salesiana, e per questo c’è quindi bisogno di autoformazione e di formazione permanente;
- la condivisione della missione e della formazione SDB e laici (CEP), comprendersi in relazione con le altre vocazioni della Famiglia Salesiana, agire insieme sinfonicamente.
Sul versante della formazione anche gli Exallievi si propongono di creare condizioni favorevoli perché i giovani si orientino a scelte di vita impegnate nella Chiesa, la vocazione nuziale, e quella per la vita religiosa e per il ministero ordinato, prospettando anche, come è stato per il passato, l’opzione di seguire Don Bosco.
Gesù ascolta i due viandanti rattristati perché dopo la morte di Gesù non hanno ancora riscontrato l’avveramento della risurrezione del Crocifisso e quindi stanno andando via dalla comunità degli apostoli, rincresciuti e delusi, decisi ad abbandonare una aspettativa di vita nuova, suscitata dal Maestro, che inizialmente li aveva attratti. È la storia della Chiesa, è la storia di tutti, è la storia dei giovani, specialmente di quelli che dopo aver fatto il primo tratto di iniziazione cristiana con la ricezione del Sacramento della Cresima, oppure prima, si allontanano dalla Chiesa disorientati dalla cultura postmoderna che sottovaluta i valori religiosi ed esalta la visione esclusivamente terrena dell’esistenza. Il rischio di essere “colonizzati” dalla cultura secolarizzata, è alla portata di tutti (n. 14).
Gli Exallievi, alla scuola di Don Bosco fanno dell’ascolto il primo movimento del cuore che si dona mobilitandosi poi in iniziative concrete. “Fatti un giro per Torino”, disse Don Cafasso a Don Bosco appena divenuto sacerdote. Cosa avvenne poi lo sappiamo. “Riconoscere, vedere e ascoltare”: sono atteggiamenti sempre doverosi e generativi se vissuti con “empatia”. La novità dell’ambiente digitale, il fenomeno drammatico delle migrazioni, gli abusi di tutti i tipi, le vulnerabiltà giovanili sono permanenti scossoni che Don Bosco oggi ci dà invitandoci a renderlo presente e operoso anche oggi in noi.
“L’oratorio all’inizio fu un semplice catechismo” si dice nei nostri racconti di famiglia. Anche voi, Exallievi di Lecce, avvertite il disagio di riscontrare che la iniziazione cristiana dei nostri ragazzi non li prepara adeguatamente ad affrontare le difficoltà della giovinezza che incombe e ritenete urgente sostenere, come meglio potete, la comunità cristiana nel suo impegno di maggiore incisività nel preparare i giovani alla vita adulta.
Ma tanti giovani hanno incontrato Cristo e lo seguono nella sua Chiesa rendendosi disponibili con un desiderio di protagonismo virtuoso e responsabile: accettare la loro disponibilità a beneficio di altri giovani è sempre possibile per chi vuole dare alla Chiesa un contributo per essere come i giovani la vogliono: “brillante per autenticità, esemplarità e competenza” (DF n. 56).
Nella CV al n. 246 il Papa Francesco tratteggia i lineamenti di un accompagnatore dei giovani verso le scelte dì vita. Egli individua nell’anziano questo compito. E noi possiamo tranquillamente vederlo in ogni Exallievo che sta qui quest’oggi.
Dice il Papa: I giovani stessi ci hanno descritto quali sono le caratteristiche che sperano di trovare in chi li accompagna, e lo hanno espresso molto chiaramente: «Un simile accompagnatore dovrebbe possedere alcune qualità: essere un cristiano fedele impegnato nella Chiesa e nel mondo; essere in continua ricerca della santità; essere un confidente che non giudica; ascoltare attivamente i bisogni dei giovani e dare risposte adeguate; essere pieno d’amore e di consapevolezza di sé; riconoscere i propri limiti ed essere esperto delle gioie e dei dolori della vita spirituale.
L’accompagnamento del giovane può essere orientato alla chiamata all’amicizia con Gesù. “La cosa fondamentale è discernere e scoprire che ciò che vuole Gesù da ogni giovane è prima di tutto la sua amicizia. Questo è il discernimento fondamentale” (CV 250).
“La famiglia continua a rappresentare il principale punto di riferimento per i giovani. I figli apprezzano l’amore e la cura da parte dei genitori, hanno a cuore i legami familiari e sperano di riuscire a formare a loro volta una famiglia. Indubbiamente l’aumento di separazioni, divorzi, seconde unioni e famiglie monoparentali può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d’identità” (CV 262). “Queste difficoltà incontrate nella famiglia di origine portano certamente molti giovani a chiedersi se vale la pena formare una nuova famiglia, essere fedeli, essere generosi. Voglio dirvi di sì, che vale la pena scommettere sulla famiglia e che in essa troverete gli stimoli migliori per maturare e le gioie più belle da condividere. Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio. Non fatevi ingannare da coloro che propongono una vita di sregolatezza individualistica che finisce per portare all’isolamento e alla peggiore solitudine.” (CV 263).
“Oggi regna una cultura del provvisorio che è un’illusione. Credere che nulla può essere definitivo è un inganno e una menzogna. Molte volte «c’è chi dice che oggi il matrimonio è “fuori moda”. […] Nella cultura del provvisorio, del relativo, molti predicano che l’importante è “godere” il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive. (…) lo, invece, vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente». [146] lo invece ho fiducia in voi, per questo vi incoraggio a scegliere il matrimonio” (CV 264).
“Quando uno scopre che Dio lo chiama a qualcosa, che è fatto per questo – può essere l’infermieristica, la falegnameria, la comunicazione, l’ingegneria, l’insegnamento, l’arte o qualsiasi altro lavoro – allora sarà capace di far sbocciare le sue migliori capacità di sacrificio, generosità e dedizione. Sapere che non si fanno le cose tanto per farle, ma con un significato, come risposta a una chiamata che risuona nel più profondo del proprio essere per dare qualcosa agli altri, fa sì che queste attività offrano al proprio cuore un’esperienza speciale di pienezza” (CV 273).
Possono maturare al termine di un ordinario accompagnamento prestato da voi con i criteri del discernimento “come criterio di impegno forte per seguire meglio il Signore” (CV 295). Queste scelte delibate appena hanno poi bisogno di ulteriori cammini di formazione e approfondimenti.
Da questo quadro il Sinodo raccoglie alcune sensibilità e alcune tensioni che sempre dovrebbero rifiorire nel cuore di chi incontra frequentemente Gesù Risorto sulla via. Alcune espressioni ci sembrano appartenere al linguaggio tradizionale della esperienza salesiana. “Camminare con i giovani” (DF n. 116), “raggiungere tutti i giovani…, nessuno escluso” (DF n. 117), sono gli impegni ricorrenti della nostra missione salesiana. Ma una nuova istanza deve trovare spazio nel nostro cuore: la conversione allo stile sinodale. “La sinodalità caratterizza tanto la vita quanto la missione della Chiesa, che è il Popolo di Dio formato da giovani e anziani, uomini e donne di ogni cultura e orizzonte, e il Corpo di Cristo, in cui siamo membra gli uni degli altri, a partire da chi è messo ai margini e calpestato”. (DF n. 121).
Gli itinerari catechistici mostrino l’intima connessione della fede con l’esperienza concreta di ogni giorno, con il mondo dei sentimenti e dei legami, con le gioie e le delusioni che si sperimentano nello studio e nel lavoro; sappiano integrare la dottrina sociale della Chiesa; siano aperti ai linguaggi della bellezza, della musica e delle diverse espressioni artistiche, e alle forme della comunicazione digitale. Le dimensioni della corporeità, dell’affettività e della sessualità vanno tenute bene in conto, giacché c’è un intreccio profondo tra educazione alla fede e educazione all’amore. La fede, insomma, va compresa come una pratica, ossia come una forma di abitare il mondo.
È urgente che nella catechesi dei giovani si rinnovi l’impegno per i linguaggi e le metodologie, senza mai perdere di vista l’essenziale, cioè l’incontro con Cristo, che è il cuore della catechesi” (DF n. 133).
Potete anche, grazie all’esperienza che avete di Oratorio e di Centro Giovanile accompagnare gli eventuali Centri Giovanili delle vostre comunità parrocchiali a roventarsi. “I Centri Giovanili, dice il testo conclusivo del Sinodo, sono spazi specifici dedicati dalla comunità cristiana ai giovani. Manifestano la passione educativa della Chiesa. Essi si declinano in molti modi, ma rimangono ambiti privilegiati in cui la Chiesa si fa casa accogliente per adolescenti e giovani, che possono scoprire i loro talenti e metterli a disposizione nel servizio. Essi trasmettono un patrimonio educativo molto ricco, da condividere su larga scala, a sostegno delle famiglie e della stessa società civile.
Nel dinamismo di una Chiesa in uscita è però necessario pensare a un rinnovamento creativo e flessibile di queste realtà, passando dall’idea di centri statici, dove i giovani possano venire, all’idea di soggetti pastorali in movimento con e verso i giovani, capaci cioè di incontrarli nei loro luoghi di vita ordinari – la scuola e l’ambiente digitale, le periferie esistenziali, il mondo rurale e quello del lavoro, l’espressione musicale e artistica, ecc. – generando un nuovo tipo di apostolato più dinamico e attivo”. (DF n. 143).
Grazie!
File | Azione |
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Quali Exallievi per i giovani d'oggi tra Sinodo e Capitolo | Scarica |
Descrizione | Quali Exallievi per i giovani d'oggi alla luce del Sinodo della Chiesa con i giovani e del prossimo Capitolo generale 28 dei Salesiani
di Don Tommaso De Mitri, Salesiano di Don Bosco.
49° Convegno annuale degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco dell'Unione di Lecce, 16 giugno 2019.
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Categoria | Exallievi/e di Don Bosco, Exallievi/e di Don Bosco Puglia |
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Inserimento | 16 Giugno 2019 |
Aggiornamento | 9 Maggio 2021 |
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