(27-30 dicembre 2018 – 4-7 aprile 2019)
missione e di non poterla svolgere senza la collaborazione di altre forze. (ACG 427)
ASCOLTO DEI LAICI – SCHEDA di LAVORO
Il CG24 offre all’impegno degli SDB nuove prospettive per vivere la missione oggi. Desidera suscitare convinzioni profonde e promuovere comportamenti rinnovati. … Concretamente, il nuovo rapporto SDB-Laici si realizza attraverso processi e strategie tra loro interdipendenti:
Passare da una semplice accettazione dei laici ad una effettiva valorizzazione del loro apporto peculiare nell’educazione e nella pastorale.
Promuovere esperienze, attitudini, processi operativi e strutture di corresponsabilità che favoriscano la comunione e la condivisione nello spirito e nella missione di don Bosco.
Valorizzare la comunicazione in tutte le sue forme ed espressioni: comunicazione interpersonale e di gruppo, produzione di messaggi, uso critico ed educativo dei mezzi della comunicazione sociale.
Progettare itinerari di formazione qualificata per realizzare la comune missione educativo-pastorale.
Secondo le indicazioni di C. 47, in tutte le opere la comunità salesiana realizza la Comunità Educativa Pastorale. Essa è:
- comunità: perché‚ coinvolge in un clima di famiglia, giovani e adulti, genitori ed educatori, fino a poter diventare un’esperienza di Chiesa;
- educativa: perché‚ aiuta a maturare le potenzialità dei giovani in tutti gli aspetti: culturali, professionali e sociali;
- pastorale: perché‚ accompagna i giovani all’incontro con Cristo e alla costruzione della Chiesa e del Regno.
Essa ha bisogno di organismi e di orientamenti che favoriscono la comunione e la partecipazione di tutti i soggetti: consigli, assemblee, organi di coordinamento e metodologia di programmazione (decisione- esecuzione-verifica).
Questi valori formano il quadro di riferimento dei criteri qui indicati:
- la coerenza personale così da diventare per i giovani riferimento educativo, soprattutto nei valori della loro vita laicale;
- l’atteggiamento educativo e la sensibilità per la condizione giovanile, soprattutto quella dei più poveri;
- la simpatia per Don Bosco e per il suo metodo educativo;
- l’apertura al trascendente e il rispetto per la diversità religiosa e culturale.
- la maturità umana: equilibrio affettivo, relazioni educative con stile di famiglia, capacità di vivere e lavorare insieme, forte tensione etica, sensibilità ai valori sociali, disponibilità alla formazione permanente;
- la competenza educativa: positiva motivazione vocazionale, adeguata preparazione professionale, cordiale apertura alle persone soprattutto giovani, sensibilità pastorale, disposizioni allo stile di animazione;
- l’identità salesiana: attenzione privilegiata ai giovani più bisognosi, progressiva conoscenza e pratica del sistema preventivo, concreta presenza in mezzo ai giovani, disponibilità a vivere il progetto locale;
- la testimonianza cristiana: tensione alla coerenza di fede, partecipazione alla vita ecclesiale, rispetto dei valori di altre religioni e culture.
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Guardando il cammino fatto in questi venti anni, come giudichi il crescere del rapporto salesiani-laici in termini di coinvolgimento, corresponsabilità, comunicazione, formazione?
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La CEP e il suo Consiglio, sembra una realtà consolidata nelle opere della nostra Ispettoria. È realmente così? Nel senso che è cresciuto il senso di appartenenza e di collaborazione? Il consiglio è realmente un organismo di animazione e di governo?
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I laici presenti nell’ambiente, nel loro insieme, rispondono a quei criteri di base e di crescita che il Capitolo Generale aveva indicato?
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